Farnesina

Concept Note “Sviluppo Sostenibile”

Il futuro che vogliamo: le sfide della sostenibilità sociale, ambientale ed economica nella prospettiva della cooperazione allo sviluppo

Il Panel offrirà l’opportunità per una discussione aggiornata sul nesso tra sviluppo sostenibile e le politiche di cooperazione internazionale, nel quadro dell’adozione dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico oltre che del contesto europeo e nazionale, alla luce della recente approvazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Il nuovo scenario internazionale segna una svolta verso politiche più integrate, con l’affermazione delle interdipendenze e delle interconnessioni tra i diversi ambiti di pianificazione e di azione. A questo riguardo, l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 120013, “Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico”, sottolinea che il lavoro nell’ambito dell’UN Framerwork Convention on Climate Change (UNFCC) deve essere sinergico e strettamente collegato all’impegno per debellare la povertà, migliorare i mezzi di sostentamento delle popolazioni, favorire l’espansione della ricchezza e la tutela del pianeta.

Il Panel potrà mettere in luce le implicazioni di medio e lungo periodo legate alle caratteristiche della nuova agenda per lo sviluppo: l’integrazione delle dimensioni sociale, economica e ambientale; un complesso articolato e integrato di diciassette obiettivi, molto più ampio del tradizionale contesto della cooperazione; il conseguente accresciuto peso dei bisogni finanziari e di nuove modalità di finanziamento, nel quadro di più ampie diseguaglianze sociali; l’entrata in gioco di nuovi attori dello sviluppo, dal settore profit agli operatori della cooperazione Sud-Sud; la necessità di localizzare l’Agenda per la concreta traduzione in politiche e azioni sui territori e per mettere in evidenza le possibili tensioni tra gli effetti globali/nazionali/locali delle politiche adottate, considerato che tutti gli obiettivi hanno una dimensione urbana e territoriale; la trasversalità e specificità della gender-equality come elemento qualificante e innovativo dell’Agenda 2030.

Gli elementi di contesto

La cooperazione allo sviluppo può essere oggetto di molteplici definizioni, cosa che non sorprende visto che si tratta di materia viva che si adatta all’evoluzione del contesto, inclusi i principi, gli obiettivi e le modalità. In questo frangente, si intende assumere come riferimento una visione ampia della cooperazione internazionale, che includa sia quegli strumenti finanziari (principalmente a carattere concessionale) sia quelle politiche che possono favorire la realizzazione di obiettivi di sviluppo sostenibile nel quadro di partenariati multi-attoriali e territoriali che si allineano ai principi dell’efficacia, ovvero l’ownership, trasparenza & accountabilty, coerenza, inclusività e focus sui risultati.

Nel sostenere obiettivi di cooperazione posti al servizio del bene comune globale si intende riaffermare la necessità di inserire le attività di cooperazione in un quadro che tenga conto della necessità di rispondere agli squilibri strutturali globali. Ci si propone, quindi, di pensare alla cooperazione in termini di relazione e processo, mettendo al centro lo sviluppo di partenariati efficaci che accrescano la consapevolezza della responsabilità di attuazione dell’Agenda 2030 a partire dalle comunità locali, dove si realizzano concretamente le politiche di sviluppo, così come i loro esiti socio-­ambientali.

Il Panel potrà, inoltre, focalizzarsi sugli straordinari avanzamenti che sono maturati in questi ultimi anni circa la migliore comprensione e conoscenza delle relazioni tra sistemi umani e sistemi naturali dovuti alla Global Sustainability, per contestualizzare meglio il valore del ruolo della cooperazione e la maggiore efficienza/efficacia che si può raggiungere in questo campo. Quindi, il Panel potrà considerare cosa significhi operare nel campo della cooperazione allo sviluppo nella piena consapevolezza: dell’effetto globale delle diverse strategie/politiche nazionali di sviluppo sull’ambiente naturale e sociale del pianeta, avendo sviluppato la capacità di misurarne gli effetti; dei Planetary Boundaries e le Social Foundations, come imprescindibili guard-rail anche delle stesse attività della cooperazione; dei valori della resilienza rispetto alle crescenti vulnerabilità.

Sarà preso in considerazione il ruolo che la ricerca scientifica e la messa a disposizione dei suoi risultati – favorita dalle moderne tecnologie di diffusione delle informazioni e delle conoscenze, ma sottoposta alle regole del mercato – ha avuto nell’evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile e degli strumenti di governance connessi e, dunque, nel definire i modelli di cooperazione. Potrà, inoltre, essere definito il contributo di concetti come resilienza ambientale e sociale, community based approach, theory of change, empowerment dei gruppi più deboli e agency delle donne e delle ragazze, entrati nella cassetta degli attrezzi della buona cooperazione. Allo stesso tempo, sarà valutato il ruolo chiave giocato dalle politiche ambientali, in particolare nel sostegno alla de‑carbonizzazione dell’economia, nell’attuazione di misure per un uso efficiente delle risorse e per la coerenza dei flussi finanziari con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Fra gli aspetti sistemici si valuterà che la sfida principale dell’Agenda 2030 è anche quella di definire policies coerenti, convergenti e condivise a livello internazionale, prima ancora che quella delle risorse, che a sua volta è una sfida di governance. In questo contesto, il ruolo e l’impatto dell’Italia nel global sustainable development policy making process possono essere rafforzati, affrontando i nodi strutturali della nostra politica e della nostra cooperazione. La prima questione sistemica è quella di come dare slancio alla capacità propositiva e negoziale del sistema Italia di cooperazione nel contesto di una development policy internazionale; altra questione da affrontare può essere quella dell’attuale asincronia fra ambizione politica e mezzi di attuazione, altro ambito in cui l’Italia può giocare un ruolo incisivo.

Nel contesto della riflessione dell’approccio multistakeholder è importante fornire saldi punti di riferimento rispetto al tema del ‘bene comune’, o interesse generale, che quindi non è per forza coincidente con quello dei singoli attori. Il rischio è che si mettano sullo stesso piano tutti i portatori di interessi particolari, con l’esito che, in una interazione puramente orizzontale, sia la forza di negoziazione propria di ogni attore (potere economico, potere politico) a determinare gli esiti di sintesi. È necessario promuovere percorsi in grado di dare voce alle ragioni del bene comune e delle fasce di popolazione che hanno meno potere economico o politico, nella prospettiva di una ‘comunità esistenziale di destino’.

Il quesito principale

La domanda centrale alla quale il Panel cercherà di rispondere sarà: in che modo la cooperazione allo sviluppo deve evolvere per rispondere alle sfide della sostenibilità? Quale contributo è chiamata a offrire all’Agenda 2030 e alla promozione di processi di sviluppo sostenibili?

La discussione potrà comunicare alla platea – auspicabilmente con la significativa partecipazione di giovani interessati al tema e aperta al massimo coinvolgimento interdisciplinare, oltre gli ambiti tradizionali della cooperazione – la considerazione che le politiche di cooperazione seguano l’evoluzione del contesto politico e sociale nel quale operano, a volte amplificandone alcune tendenze, traendo profitto dall’evoluzione tecnico-scientifica che di tale contesto è parte. Di questo legame è testimonianza il più recente dibattito sul nesso tra migrazioni e sviluppo, che mette in evidenza l’importanza per un Paese come l’Italia, al centro del Mediterraneo, delle politiche di cooperazione, per la pace e la convivenza; politiche che necessitano di una forte connessione tra tematiche demografiche, ecologiche, sociali ed economiche di grande rilievo.

Le domande chiave

Il Panel dedicato allo sviluppo sostenibile cercherà di rispondere alle seguenti domande:

  • in che modo i principi e le prassi della cooperazione allo sviluppo devono evolvere per rispondere alle sfide dello sviluppo sostenibile?
  • In che modo la cooperazione allo sviluppo può contribuire alla messa in opera dell’Accordo di Parigi e dell’Agenda 2030 e di processi di sviluppo sostenibile?

E quindi:

  • quali sono gli elementi innovativi che devono essere considerati per rispondere a una domanda di sviluppo che contenga in sé i caratteri della sostenibilità (sociale, ambientale ed economica)? Come incrementarne i risultati, tenendo conto delle possibile sinergie?
  • Qual è l’impatto dell’accresciuto numero di obiettivi e di target e delle dimensioni incorporate nell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi sulle modalità e i principi che hanno governato la cooperazione allo sviluppo? Come misurare e valutare l’efficacia delle azioni in un sistema di cooperazione sempre più complesso?
  • In che modo rispondere ai nuovi bisogni finanziari e, quindi, alla richiesta di adottare nuovi strumenti finanziari?
  • Come stanno cambiando i partenariati per lo sviluppo per accomodare nuovi bisogni e interessi? In che modo, quindi, occorre tutelare il principio dell’ownership locale dei processi di sviluppo? Come garantire che l’interazione tra partner molteplici e portatori d’interessi diversi ‑ uno degli assi portanti dell’Agenda 2030 ‑ aderisca alla ricerca del bene comune?
  • Quali soggetti dovranno essere al centro delle attività di cooperazione per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile? In che modo assicurare un patto intergenerazionale per costruire un futuro sostenibile anche attraverso la cooperazione?
  • Come prendere in considerazione i trade-offs, le tensioni e le contraddizioni che possono emergere tra diversi obiettivi e target inclusi nell’Agenda 2030, così come nella relazione tra elementi locali e globali?
  • Quali legami – strumenti, meccanismi, istanze – occorrerà attivare per ottenere la coerenza delle politiche verso lo sviluppo sostenibile ? E quindi, con quali modalità andranno collegati i processi di attuazione dei contenuti dell’Agenda 2030 nel nostro Paese alle strategie e ai programmi della cooperazione internazionali?
  • Quali approcci adottare per una maggiore efficacia nella eliminazione delle disuguaglianze?

Struttura

11h30 – 13h30Presentazione in Plenaria dei Panel pomeridiani, moderata dal Vice Ministro Mario Giro.
Nel quadro della sessione plenaria, sarà collocato il contributo di circa 20 minuti che include:

  • Intervento introduttivo a cura di Stefano Manservisi – DG DEVCO;
  • testimonianza nella prospettiva del campo: impatto cambio climatico – Alessandro Galimberti – AVSI;
  • testimonianza nella prospettiva del campo: fenomeni migratori – Paolo Morozzo della Rocca – Comunità di Sant’Egidio

15h00 – 17h30Workshop

  • Obiettivo

Il Workshop consentirà di approfondire il tema del Panel e la proposta di contenuto che dovrà essere successivamente integrata nelle conclusioni della Conferenza. In particolare, sarà un’occasione per condividere con la platea un’interpretazione ampia della natura dell’Agenda 2030 e, quindi, proporre una lettura sia delle trasformazioni che possono incidere sui termini che definiscono la cooperazione allo sviluppo sia di come la cooperazione possa dare un contributo decisivo alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Le attività saranno coordinate da un moderatore esperto così da gestire in modo dinamico i diversi momenti; il dott. Joshua Massarenti ha confermato la propria disponibilità a questo riguardo.

  • Formato

15h00 – 16h30

Approfondimento dei temi affidato a tre relazioni principali, di circa 10 minuti:

inquadramento generale nesso cooperazione / Agenda 2030 – Gianni Vaggi, Università di Pavia;
strategie e strumenti dell’Unione Europea per la sfida della sostenibilità – Stefano Manservisi – DG DEVCO
la Strategia italiana sviluppo sostenibile – Giovanni Brunelli, Min. Ambiente.

Seguono brevi interventi, massimo 5 minuti, per metter a fuoco alcuni aspetti chiave:

  • le sfide ambientali – Gianfranco Bologna, WWF;
  • la questione delle diseguaglianze sociali – Gianna Fracassi, per CGIL CISL UIL;
  • la dimensione territoriale della nuova agenda – Serena Foracchia, Assessore Coop. Comune Reggio Emilia / Maria Bottiglieri, Comune Torino;
  • superare le disuguaglianze di genere – Maria Grazia Panunzi, Aidos;
  • il ruolo dei partneriati sociali – Claudio Cappellini, CNA;
  • pace e diritti umani – Franco Vaccari, Associazione Rondine Cittadella della Pace;
  • la prospettiva della Cooperazione italiana – Luigi De Chiara, MAECI.

16h30 – 17h30

Presentazione e discussione del documento di riflessione. Il testo sarà messo a disposizione della platea; si cercherà di sollecitare la partecipazione del pubblico, invitando commenti e suggerimenti che saranno integrati nel documento conclusivo.

Interverranno, fra gli altri, Angela Ferruzza – ISTAT, Anna Luise – ISPRA, Dania Tondini – AVSI, Egizia Petroccione – Save the Children, Francesca Ottolenghi – Alleanza Cooperative Italiane, Francesco Petrelli – Oxfam / AOI, Massimo Pallottino – Gcap, Maurizio Davolio – AITR, Simona Chiapparo – Forum Sostegno a Distanza e Stefano Prato – SID.

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